In attesa delle amministrative

Riflessi del voto popolare sui governi

Il professor Sartori, ribadendo una sua tesi nota in un dibattito alla Setta domenica scorsa, ha lamentato una situazione per la quale il presidente del Consiglio ha vinto le primarie per la segretaria del suo partito e non per fare il capo del governo. Argomento questo, che anche se fosse valido, non concerne l’istituto parlamentare. Il parlamento, infatti, può votare se vuole la fiducia ad un garzone della spesa, figurarsi se non può votare la fiducia al segretario del partito di maggioranza relativa. Semmai, le primarie come le conosciamo in nord America, si fanno per eleggere un leader alla scadenza del mandato presidenziale e non per sostituirlo in corso, ma questo aspetto riguarda solo la coerenza interna del Pd, non certo la legittimità del governo. Cosa diversa dire che l’attuale governo ha avuto sotto il profilo elettorale solo il consenso delle elezioni europee. Le elezioni europee non danno un mandato politico al governo, ma certo ne hanno sempre rappresentato un test significativo. Ad esempio, nelle elezioni europee del 2005, Berlusconi si accorse di non avere più la maggioranza dei consensi degli italiani senza coinvolgere nell’esecutivo i voti ottenuti dai repubblicani. Questo lo ricordiamo a chi ancora discute delle relazioni di autonomia e di indipendenza del Pri ai tempi dell’alleanza con Silvio Berlusconi, ma è fatto indicativo dell’influenza delle elezioni europee sulla vita politica del governo. Per cui sarebbe assurdo negare che il successo ottenuto da Renzi in quell’occasione, non fosse un corroborante. In base aqueste considerazioni non siamo mai stati fra coloro che ritengono l’esecutivo privo dei sufficienti connotati democratici, al contrario, crediamo che li abbia rispettati pienamente. Per questo ci aspettiamo che li si rispetterà anche davanti al voto delle amministrative. Le elezioni amministrative, in particolare nelle grandi città, sono un test importante sul gradimento popolare del governo, esattamente come lo erano le europee. Ricordiamo un governo D’Alema che si dimise prendendo atto di un voto delle Regionali catastrofico. A maggior ragione, un governo che ha dato tanto importanza due anni fa alle elezioni europee, non può ignorare le prossime elezioni parziali. Esse ci diranno il peso reale della maggioranza di Renzi nella vita del paese, proprio perché i candidati a sindaci godono dei sostegni che hanno dal governo. Mai fosse il caso, che venisse eletta una maggioranza di sindaci delle opposizioni, il governo sarebbe stato bocciato e dovrebbe trarne inevitabilmente le conseguenze.

Roma, 22 febbraio 2016